Trentacosti e Procopio incantano sotto le stelle di Taormina

 

A quattro mani tra visione e materia: la cena firmata Trentacosti–Procopio incanta il Metropole di Taormina

Una terrazza che guarda l’infinito, due cucine che si sfiorano e si rispettano, un viaggio nei sensi che parte dalla memoria e si spinge fino all’azzardo.

È accaduto il 6 luglio 2025, all’Hotel Metropole di Taormina, per una serata-evento che ha visto protagonisti due chef dalla spiccata personalità creativa: Carmelo Trentacosti, executive del ristorante MEC (1 stella Michelin) di Palermo, e Gaetano Procopio, anima gastronomica del Bellevue Restaurant.

Un incontro a quattro mani che ha saputo raccontare due anime della cucina contemporanea siciliana: quella più strutturata, tecnica e raffinata di Trentacosti, e quella più ironica, vegetale e narrativa di Procopio. In comune, la capacità di emozionare e sorprendere, senza mai cedere alla pura estetica.

Il menu: equilibrio tra sperimentazione e identità

L’ouverture è affidata a “Cuore di Papà”  (Trentacosti): un cuore di bue fermentato che incontra caviale e aria di vegetazione. Un piatto che emoziona per delicatezza e tecnica, giocando su acidità, iodio e memoria, con una chiara ispirazione paterna che dà profondità al gusto.

A seguire, “Orto 2.0” (Procopio), che lavora la carota in consistenze multiple, restituendole dignità da protagonista. Un piatto-orto che non è solo vegetale, ma anche poetico.

La cena prosegue con “Raviolo di Tenerumi, Telline e Limone”, altra proposta di Procopio che unisce mare e campagna con freschezza e umiltà intelligente, prima di tornare alla firma decisa di Trentacosti con “Su la Cresta”: galletto farcito alle prugne, accompagnato da tacos di verza e gyoza su salsa di peperoni. Un piatto che sa di viaggio e ritorno, Oriente e Sicilia, croccantezza e comfort.

Il Pre-dessert  a base di fragola, zenzero e olio al pepe rosa (Trentacosti) pulisce e incuriosisce il palato.

Ma il vero colpo di teatro arriva con il dessert “Vamos alla Playa” di Procopio: cocco, lupini e birra in un dolce che sfida il palato e vince per freschezza e provocazione, chiudendo la cena con una nota leggera e pop, ma tutt’altro che banale.

A completare il viaggio sensoriale, un wine pairing curato dalle Cantine Coppola, che ha saputo accompagnare senza mai sovrastare la narrazione dei piatti.

Servizio impeccabile, atmosfera rarefatta e una vista mozzafiato hanno reso l’esperienza memorabile, con una Taormina sullo sfondo, a custodire il silenzio dopo l’applauso ai due Chef.